Trentino Solidale nell’arco di una settimana riesce a consegnare cibo a 900 famiglie. Le richieste sono in aumento di circa il 15% e il nuovo allarme arriva dalle zone turistiche: molti stagionali senza lavoro non riescono più ad acquistarsi il cibo e chiedono aiuto
Di G.Fin – 23 marzo 2021
TRENTO. Persone che fino a qualche mese fa pensavano di non avere bisogno di aiuto ma poi, a causa della crisi, si sono trovate in difficoltà nel mettere un piatto caldo in tavola. E’ questa la pesante eredità che ci sta lasciando questa drammatica pandemia. Lo sanno bene le centinaia di volontari di Trentino Solidale che mettono in campo ogni giorno cuore, braccia e gambe. L’organizzazione che ha ramificazione su tutto il territorio e che grazie proprio a questo riesce ad intercettare più di qualsiasi altro i bisogni delle famiglie.
“L’aumento di richieste di aiuto si aggira in almeno un 15% in più” ci dice il presidente Giorgio Casagranda. Trentino Solidale ogni giorno consegna i pacchi di cibo a numerose famiglie su tutto il territorio. Alla mattina presto si mettono al lavoro un centinaio di volontari che dopo aver preparato gli scatoloni con gli alimenti provvedono alle consegne su tutto il territorio.
Ma c’è un nuovo allarme che sta venendo avanti. Sono i migliaia di stagionali che non sono più riusciti a lavorare dovendo fare i conti con una stagione turistica che non si è mai avviata. Persone che negli scorsi anni contavano proprio nei mesi della stagione invernale per far quadrare il bilancio di famiglia e che ora invece sono rimasti senza più nulla.
“Stiamo scoprendo – ci racconta Casagranda – che ci sono zone in cui era fortemente sviluppato il lavoro stagionale e che sono ora in piena crisi. C’è chi si reggeva in piedi grazie al lavoro nel settore alberghiero come nel territorio di Riva del Garda oppure negli impianti nelle zone della Paganella o altre. A causa della pandemia e dei lockdown tutto è fermo e gli stipendi anche”.
Molti richieste di aiuto stanno arrivando anche dalla piana Rotaliana ed è proprio su questo territorio che, grazie alla creazione di una rete di collaborazioni con le istituzioni, si è riusciti a dare risposta ad una cinquantina di famiglie che possono ora ricevere del cibo per andare avanti. “Ma richieste di aiuto ci stanno arrivano anche dal Primiero – continua il presidente di Trentino Solidale – ma anche dalla Val di Sole, Fiemme e anche Fassa. Su tutto il territorio ci sono segnali di un chiaro aumento dei bisogni”.
Trentino Solidale opera attivando volontari presenti sul territorio. Nell’arco di una settimana riesce a consegnare cibo a circa 900 famiglie con una composizione che è di 3 – 4 persone. “Sicuramente la famiglia con un’età media è la fascia più colpita ma ci sono sempre più anche anziani che non riescono ad andare avanti con la loro unica pensione anche perché in alcuni casi cercano di aiutare i figli in difficoltà”. Fortunatamente l’impegno portato avanti da Trentino Solidale è accompagnato da tante altre realtà che, grazie ad un impegno quotidiano, forniscono i prodotti necessari da consegnare alle famiglie. “Fortunatamente – conclude Casagranda- sta arrivando l’aiuto di molti privati e poi la grande distribuzione da Poli ad altri. Tanti prodotti che dovevano andare agli alberghi e vista la situazione di lockdown siamo riusciti a recuperare e lo stesso per il cibo che viene avanzato negli asili. C’è un impegno importante da parte di tutti per affrontare questa situazione”.